Iscriviti e leggi

5 marzo 2011

17 Marzo, i lavoratori si pagano la festa

Comprendiamo l'importanza dell' istituzione della festa nazionale in occasione dell'anniversario, il 150°, dell' Unità d'Italia; è una cosa giusta e che ci rende tutti ( a parte qualche esponente provocatorio della Lega Nord) orgogliosi e fieri di essere, nonostante tutti i problemi di questi ultimi mesi, figli di una grande nazione. E' sicuramente giusto festeggiare l'avvenimento con eventi, celebrazioni e quant'altro, che si terranno in tutte le città d'Italia e che coinvolgeranno scuole, enti e cittadini di tutte le età.

Si capisce meno, invece, il fatto che dopo l'istituzione di una festa nazionale con un decreto del Governo urgentissimo e su suggerimento del Presidente della Repubblica ( che ha voluto fortemente questa giornata di festa ma ha dovuto piegarsi ai voleri della grande industria, leggasi Emma Marcegaglia e Confindustria che hanno chiesto ed ottenuto nessun aggravio in più per le loro casse) e che come festa è equiparata alle altre già esistenti nel nostro paese ai sensi della Legge n° 260/1949, i lavoratori, sia pubblici sia privati,  devono su imposizione delle ore dal loro monte ore.

In pratica il decreto appena varato dal Governo ha "calendarizzato" un festa imponendocela e facendoci prendere, per non gravare sulle aziende e sugli enti pubblici, otto ore da una delle ex festività ed è come se lo stato ci dicesse ( e ci dice in verità) dei 4 giorni di riposo compensativo - o di riduzione oraria - , tre potete farveli quando volete, ma uno, per quest’anno, è fissato per legge nel 17 marzo.

La festa dell' Unità d'Italia si vuole e si deve fare per tanti motivi, ma non capisco perché in ogni caso e sempre ci debbano rimettere sempre i lavoratori ed i più deboli; so che 8 ore di permesso in un anno sono poca cosa ma perché la festa del 17 marzo non deve essere trattata come tutte le altre? 

E se qualche lavoratore non avesse ore a disposizione, cosa fa, va in negativo e quindi uno busta paga per via di ore mancanti più leggera oppure se avesse bisogno di ore per motivi personali non potrebbe chiederle perché non ne ha; oppure esiste, ancora, la mutua. Chi vuol capire, capisca.

Nessun commento: