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22 novembre 2010

Due settimane di congedo ai neo papà retribuite al 100%. Il si della Commissione Europea

La deputata europea Ronzulli con il bimbo in braccio
La commissione europea ha preso una importante decisione in relazione agli emendamenti alla direttiva sui congedi parentali. Le mamme in tutta Europa potranno godere di un congedo di maternità di 20 settimane (5 mesi circa) retribuito al 100%. Questa decisione si rifletterà in maniera positiva anche in Italia  dove già i cinque mesi di maternità vengono retribuiti per legge all’80°% (a carico dell’INPS) ed in alcuni casi al 100% (ovvero il restante 20% lo eroga il datore di lavoro).

Presupposto per questa proposta legislativa, è il fatto che i figli sono un valore su cui puntare, e che quindi le famiglie non devono essere lasciate sole nel momento in cui decidono di mettere al mondo dei figli, o peggio ancora che vengano penalizzate”.

Va ricordato che la nostra normativa in materia è già all'avanguardia in Europa e per le mamme italiane dunque si tratterebbe di un decisivo miglioramento economico anche se la nostra legislazione, lo ricordiamo, con la Legge 1204, prevede per la maternità congedi obbligatori ( 5 mesi, due prima del parto e tre successivi all’evento) e 6 mesi di astensione facoltativa retribuiti dal servizio Previdenziale nazionale ( INPS) al 30%.

Adesso, con questa nuova direttiva, anche i papà potranno chiedere permessi per due settimane in corrispondenza con il periodo di astensione delle mamme e tali permessi saranno retribuiti al 100%.

Questo diritto pe ri neo papà è del tutto nuovo anche per l’Italia, dove la legislazione sulla tutela della maternità e della paternità, può essere definita come una tra le più avanzate dei paesi dell’Unione europea, prevedendo la cura del figlio da parte di ambedue i genitori fino all’ottavo anno dello stesso (congedo parentale, permessi per malattia del bambino, ecc.). Per ora però il padre lavoratore può fruire del “congedo di paternità” solo al sussistere di particolari situazioni previste dalla legge.

Il provvedimento comunque deve passare al vaglio del Consiglio Europeo dove già si prospettano opposizioni da parte di alcuni Stati membri, in quanto considerato troppo oneroso

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